FRANCOIS-REGIS CAMBUZAT

Notre Dame Des Naufragés (St Malô Perdono) - Italia 1988

I Kim Squad & Dinah Shore Zeekapers avevano pubblicato Young Bastards da circa un anno quando, nel settembre 1988, Radio Città Futura, la radio per cui lavoravo, organizzò il primo e purtroppo ultimo Rock Meeting che sia mai stato realizzato nella mia città, che prevedeva tre giorni di musica con concerti in un paio di piazze e presso il Palazzetto dello Sport.

Alla rassegna parteciparono alcune tra le più importanti band, allora emergenti, del panorama Rock Indipendente italiano. Litfiba, Gang, Avion Travel, Vegetable Men, 100 Club ed altri, oltre ovviamente ai Kim Squad. Ma di tutto ciò, forse, scriverò in un’altra occasione.

Kim, però, aveva già cominciato a dissolversi, probabilmente a causa dalle nuove traiettorie evolutive intrapresa da François-Regis Cambuzat , attirato dall’estetica decadente da chansonnier e da posizioni politiche anarchiche ed estremiste. Ed al Meeting i Kim Squad si esibirono in una performance selvaggia e coinvolgente ma con François e Roberta, unici membri dell’originaria line up.

E così, prima ancora che il medico legale dichiari Kim ufficialmente morto (triste evento che sarà certificato nel 1990), François in quello stesso 1988 incide, come solista, Notre Dame Des Naufragés (St Malô Perdono) per l’etichetta Stile Libero con distribuzione Virgin, prodotto nuovamente da Oderso Rubini e da Stefano Bonagura, il quale era già stato parte del progetto Young Bastards. Anche stavolta in scaletta abbiamo otto canzoni, la maggior parte cantate in francese, ma anche in italiano ed inglese, a voler sottolineare la vocazione internazionalista (o forse apolide) di questo lavoro. A fianco di François che si occupa di cantare e suonare la chitarra acustica c’è solo Roberta Possamai al pianoforte ed alla fisarmonica.

Notre Dame Des Naufragés è un album acustico, intimista ed introverso, da mettere su in una giornata di pioggia mentre osservi le gocce scivolare lungo i vetri lievemente appannati della finestra. Album di ballate amare e salate. Album che trasuda solitudine. Album in cui il Rock bastardo dei Kim Squad non esiste più nella forma ma sopravvive nella sostanza, nello spirito di rivolta contro il mondo, contro tutto. “Et si le monde etait une vieille putain?”.

Notre Dame è un album in cui risuonano in lontananza Jacques Brel e Georges Brassens ma anche De Andrè, i primi dischi di Leonard Cohen ed il Lou Reed di “Perfect Day”. François ci mostra il suo armamentario di foulard, giacche e stivaletti a punta, di Galois smozzicate e sigari spenti, di bottiglie di whisky semivuote. “Non bevo, non fumo, non bestemmio. Porco dio, mi è caduto il sigaro nel whisky!”. In alcuni casi le registrazioni sono realizzate in esterno per catturare i rumori ambientali e consentire a François di introdurci nel suo spettacolo d’arte varia fatto di sciabordare di onde, di folate di vento, di ticchettii di orologi e di gocciolare d’acqua. “It’s dark at 6 and a grey rain is on at 7”.

“Sante Marie Des Ondes”, “Paola Wrote Me”, “A l'ete, que lui as-tu donc fait?”, “Arrivo dal Mare”, “La Foule”, “Vents Du Monde”, “Au bord du noir”, “Ailleurs, sur le quais...” sono canzoni d’amore e di anarchia. Canzoni che esprimono una quieta disperazione, che ci consegnano un album prezioso, un diamante grezzo che ad ogni ascolto si arricchisce di nuove sfaccettature. La prova generale, in sordina, del Gran Teatro Amaro che seguirà a breve.

“Arrivo dal mare e vaffanculo a te. Ho bevuto cinque oceani and I’ve been swimming in the seas e adesso mi dici che mi ami. Sono marcio fottuto bastardo”.





















(pubblicato parzialmente dallo stesso autore su Debaser.it)                                                                                   


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