HUMAN SWITCHBOARD Who's Landing in my hangar? - US 1981
HUMAN SWITCHBOARD
Who's Landing in my hangar? - US 1981
Una grande band perduta degli anni '80 che, in anticipo sui
tempi, o semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, non ha mai
avuto una sola possibilità di raggiungere la notorietà che avrebbe meritato.
Bob Pfeifer
(chitarra e voce), Myrna Marcarian
(tastiere e voce) e Ron Metz
(batteria), formano gli Human
Switchboard sul finire degli anni Settanta, sulla scia dell'esplosione
punk, a Kent, in Ohio, nel cuore oscuro dell’America. Differiscono per
contenuti, tuttavia, dalle band post-punk dell'epoca che cantano il nichilismo e
l’alienazione, mentre le canzoni degli Switchboard parlano di sesso, amore e
perdita, ostentando i loro sentimenti tanto quanto le loro influenze, tra cui è
impossibile non menzionare i Velvet
Underground. È evidente, infatti, che lo stile melodico di Pfeifer, la sua
voce tagliente ed il suono frastagliato della
sua chitarra abbiano una notevole somiglianza con il giovane Lou Reed, ma c'è una tensione emotiva e
una paranoia sessuale nel lavoro di Pfeifer che lo distingue decisamente dai
Velvet e dai loro numerosi seguaci. Né si può negare che il ronzio del Farfisa
di Myrna Marcarian dimostri che nella ricetta degli Human Switchboard c'è garage
rock quanto basta.
Who’s Landing In My Hangar, del 1981, è il loro unico,
sorprendente, album in studio (le altre due uscite degli Switchboard sono
registrazioni dal vivo). "Say No to
Saturday's Girl" - traccia di apertura - in un mondo migliore sarebbe
stata un grande successo pop. "Refrigerator
Door", è una stravagante ballata di oltre sette minuti, che Kurt
Cobain avrebbe definito “la Stairway to
Heaven del punk”, ma che ha più attinenze con "Heroin" dei Velvet
o con le ballate schizofreniche di Patti
Smith. "I Can Walk Alone"
è veloce e nervoso garage-pop. L'esplosiva "I
Used to Believe In You" è puro suono anni ’60 contaminato dalla
nevrosi degli ’80. "Where the Light Breaks" è avanguardia new wave che ricorda
i primi Talking Head. Ogni traccia di questo album, parla di
un'esistenza cupa e senza vie d’uscita che, probabilmente può comprendere fino
in fondo solo chi ha vissuto la asfittica atmosfera della provincia, americana
e non. Tuttavia, è innegabile l'intensità travolgente di queste canzoni, in
equilibrio tra rumore e frammenti melodici, tra New Wave, punk rock e lunatico rock
and roll; tra i Modern Lovers e gli Only Ones, con derive sonore alla Sonic
Youth ed i ritmi frenetici dei Talking Heads.
Nessun altro gruppo in circolazione suonava come Human
Switchboard, i quali sono stati tra i primi ad esplorare i confini artistici tracciati
dai Velvet Underground e ad “inventare” la New Wave sul lato americano
dell’Atlantico. Poco dopo, arriveranno Dream
Syndicate e Green On Red.
Artefici di un suono urbano e grezzo, teso ed elettrico, con
la giusta dose di rabbia ed entusiasmo, che risulta ancora vero e sincero
nonostante gli anni, Human Switchboard è forma e sostanza, qualcosa di molto
più grande della somma delle sue parti.
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