GIANT SAND Valley Of Rain - US 1985
GIANT SAND
Valley Of Rain - US 1985
Un cielo nuvoloso in bianco e nero. Un
paesaggio arido, punteggiato di cactus e cespugli di creosoto. Questo è ciò che
ci mostra Howe Gelb (nativo della
Pennsylvania) sulla copertina rigorosamente bordata di nero, del primo album
dei Giant Sand (di Tucson, Arizona,
come i Green On Red ed i Naked Prey).
registrato in pochi giorni e con un
budget di appena quattrocento dollari, Valley
of Rain è un crogiolo brillante e spigoloso di post punk, garage rock, country
e blues.
Valley of Rain è più diretto e più duro rispetto al suono
polveroso e sconclusionato che diverrà il marchio di fabbrica dei Giant Sand ed
è imparentato alla lontana con il Paisley Underground californiano e con il
suono desertico - che ustiona la pelle e brucia l’anima - di Green On Red, Thin White Rope e Naked Prey. Band - queste ultime - che
come i Giant Sand sono, almeno in parte, figlie di Neil Young, della sua voce stridula e della sua tecnica
chitarristica travolgente e sgangherata.
"Down On Town/Love's No
Answer", "Black Venetian Blind", "Curse Of A Thousand
Flames", “Man Of Want” sono cavalcate elettriche meravigliosamente
abrasive; sono il garage rock ed il post punk avvinghiati l’uno all’altro in un
coacervo vibrante, adrenalinico e bislacco; sono Gun Club e Dream Syndicate
che ballano la giga a braccetto.
La splendida "Artists" e
"Valley of Rain" sono, invece, ballate country-folk-rock, allo stesso
tempo elegiache e vigorose. "Tumble And Tear" torna al suono esplosivo
da rullo compressore punk-blues, mentre "October Anywhere", nevrastenica
e dolente, danza sul superbo alternarsi di ritmi sincopati dettati da basso e chitarra,
fino a scivolare nella trascinante sarabanda di “Barrio”, quartiere ispanico
dove “I don't have nothing at all” e “The girls usually becomе whores”, inizialmente
presente nella sola versione su cassetta e che io avevo su un Flexi disc (se
sapete di cosa parlo) uscito in allegato a chisiricordapiù quale rivista
specializzata. "Death, Dying and
Channel 5", insieme alle due precedenti, forma un trittico di emozionanti
storie di urban-western-rock raccontate con passione ed in cui risuona il
giovane Lou Reed.
Valley of Rain, a cui contribuiscono il bassista Scott Garber e i batteristi Tom Larkins e Winston A. Watson Jr., ha resistito bene alla prova del tempo. La
melodia rugginosa e la voce di Gelb, più gutturale e meno stridula rispetto
agli album successivi, contribuiscono a far suonare quest’album in modo decisamente
giovane ed ispirato.
Valley of Rain è il primo album di una discografia cospicua
e quasi sempre di ottimo livello ma resta - per entusiasmo, urgenza e
freschezza compositiva - l’insuperato capolavoro dei Giant Sand in cui Howe
Gelb racconta di una valle della pioggia dove, sotto il cielo nuvoloso e tra i
cactus giganteschi, si aggirano ombre pericolose e coyote solitari.
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