GREEN ON RED Gas, Food, Lodging - US 1985
GREEN ON RED
Gas, Food, Lodging - US 1985
Il numero di gennaio
1986 de L’ultimo Buscadero conteneva il Reader’s Pool
1985, ossia la classifica dei migliori dischi, film e libri usciti
nell’anno appena concluso, secondo i lettori. Nella sezione 33 giri, il primo
posto era condiviso, ex aequo, da due album per me entrambi
sconosciuti, allora: Gas, Food, Lodging dei Green On Red e Raindogs di
Tom Waits. Io e Pasquale, mio compagno di Liceo nonché di sogni ed avventure
Rock’n’Roll, decidemmo di colmare le lacune e di comprare i due album suddetti.
Estraemmo a sorte ed a lui toccò Gas, food, lodging, a
me Raindogs.
Questo, dunque, è il secondo album dei GOR ed è quello con cui li ho
conosciuti. Uno degli album di rock americano più belli del decennio, con cui Dan Stuart e soci si allontanano dal Paisley
Underground neo-psichedelico e virano verso un Roots Rock spigoloso alla Crazy Horse, che è l’intelaiatura perfetta
per i temi socio-esistenziali che Stuart inizia ad esplorare nei suoi testi popolati
di diseredati, vagabondi, perdenti e psicopatici. Ma c'è - forse per senso di
appartenenza - genuina compassione nel ritrarre questa raccolta di anime
perdute che vagano per la vita cercando disperatamente di aggrapparsi a una
sorta di verità senza mai trovarla. L’apertura della splendida "That's
What Dreams", commovente racconto di un lavoratore che lotta per mantenere
la propria dignità, lascia intendere subito che Gas, Food, Lodging getta uno sguardo critico sull’America di Reagan
e lo fa attraverso una manciata di canzoni che restano nell'anima, come la
stridula “Hair Of The Dog”, l'elettrizzante “Fading Away” e, soprattutto le murder ballads “Sixteen Ways” e “The Drifter” (I kill from town to town) e la splendida lancinante cavalcata
chitarristica di “Sea Of Cortez” che già nel titolo ricorda la younghiana “Cortez
the Killer” di Zuma.
Determinanti per l’approccio sonoro più maturo rispetto agli esordi, sono
l'esordio del giovane chitarrista Chuck
"Billy the Kid" Prophet IV e l'organo lisergico di Chris Cacavas che creano una musica
evocativa in grado di aggiungere profondità ed emozione alle sordide visioni di
Dan Stuart, il cui canto è in egual misura ringhio, urlo e nenia strascicata.
Gas, Food, Lodging fissa il modello per la musica che i Green on Red avrebbero realizzato in futuro, ma che raramente riusciranno ad eguagliare, poiché in queste canzoni c'è un peso emotivo, un afflato di sincerità, una inquietudine iniettata di sangue, una fierezza selvaggia che manca in gran parte dei pur ottimi lavori successivi di questa grande band, che chiude l’album con "We Shall Overcome", canto gospel divenuto poi canzone di protesta pacifista.
“Vinceremo”.
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