THE BIRTHDAY PARTY Junkyard - AUSTRALIA 1982
THE BIRTHDAY PARTY
Junkyard - AUSTRALIA 1982
Junkyard è una nuova liturgia di preghiere in fiamme, ma questa
volta declamate in un immondezzaio, In cima a una montagna di rottami
metallici, tra relitti e liquami. Junkyard
è davvero all'altezza del suo nome.
Ancor più del precedente Prayers
on Fire, Junkyard è una
dichiarazione furibonda di sovversione. Musica estrema, selvaggia, grondante
schizofrenia, animata da testi che sono figli deformi di Elvis e Shakespeare, che
sono un'esplorazione del nichilismo, della violenza, della disperazione,
dell’alienazione indotta dalla droga.
I Tamburi di Phil
Calvert che esplodono, le chitarre contorte di Rowland S. Howard e Mick
Harvey che sfrigolano e graffiano, le esibizioni vocali di Nick Cave rauche e talmente brutali da
sconfinare nel grottesco, Tracy Phew
che si aggira come un lupo in mezzo ad un gregge di pecore con il suo basso distorto
e tonante sebbene sostituito in alcuni brani da Barry Adamson (futuro Bad Seed) a causa di un arresto per guida in
stato di ebbrezza; tutto ciò contribuisce ad una performance da manicomio
criminale, in cui si fondono Noise, Blues ubriaco, Funk anfetaminico e Free Jazz.
"She's Hit" è una folle storia di morte e
distruzione accompagnata da percussioni senza schema fisso e da una chitarra nitida
e perversa. "Dead Joe", scritta insieme ad Anita Lane, è aspra e ritmicamente devastante. Il fragore di
"The Dim Locator" lascia intravedere accenni di Rockabilly.
"Hamlet (Pow, Pow, Pow)" è l’inverosimile versione dei Birthday Party
del classico di Shakespeare in cui Nick urla in preda alla possessione demoniaca
mentre le chitarre stridono come chiodi su una lavagna.
La Festa di Compleanno concede agli invitati di riprendere
fiato con "Several Sins", Blues malato e dissonante. Ma "Big-Jesus-Trash-Can"
riprende la carneficina sonora schizzandola di Jazz mentre la voce di Nick si
trasforma in suoni sempre più rochi. La funeraria "Kiss Me Black", la
macabra e straordinaria "6 Inches Gold Blade" - in cui risalta il
tono profondo del basso, unico architrave simmetrico che regge la caotica struttura
sonora di Junkyard - e "Kewpie
Doll", l’episodio più debole del disco, proseguono lo sterminio sintattico
fino al capolavoro conclusivo della title track che arranca con ritmo cupo e sferragliante
fino ad un climax apocalittico.
Junkyard è una
bestia feroce ringhiante e pronta ad azzannare.
Junkyard trascende
le categorie di bellezza e bruttezza. È semplicemente irripetibile.
La Festa di Compleanno si era spinta oltre i confini del
caos e della trasgressione in un sudicio frastuono glorioso e la sua imminente
fine appariva come un evento naturale, prevedibile quanto inevitabile.
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