THE EXBATS Now Where Were We -US 2021


 



















THE EXBATS
Now Where Were We -US 2021

Un album scritto durante la pandemia.

Bisbee, Arizona, ad un tiro di schioppo dal confine con il Messico. Un padre chitarrista, una figlia giovanissima, cantante e batterista, un amico di famiglia al basso. Energia positiva e tanta voglia di godersela. Queste sono le coordinate di Now Where Were We, quarto album degli Exbats.

Inez McClain, suo padre Kenny e Bobby Carlson hanno prodotto un album colmo di vitalità  e traboccante di puro pop sound anni '60 che riesce a suonare attuale nel 2021.

Matt Rendon, che ha prodotto e registrato Now Where Were We in glorioso analogico, ha ripulito il suono degli Exbats rispetto ai trascorsi garage, ed ha rifinito la musica senza appesantirla. Qui non ci sono trucchi, auto-tune, basi preconfezionate, software che consentono di suonare il corno inglese o l’arpa celtica. Qui c’è solo una band che canta e suona ed il risultato è un album che sembra inciso nel 1965, ma con una visione contemporanea.

Le 12 tracce dell'album, con il loro pop luminoso e senza tempo, con chitarre stridenti, cori eufonici e testi pieni di umorismo e speranza, zeppe di ritornelli orecchiabili e armonie cristalline, offrono una pausa dalle angustie quotidiane.

Il disco si apre con "Coolsville USA", brano guitar pop/surf sull’amicizia tra Scooby Doo e Shaggy Rogers (!) e prosegue con "Best Most Least Worst", una delle canzoni pop più orecchiabili degli ultimi anni e che, insieme al garage incontenibile di "Ghost in the Record Store", è una delle autentiche gemme di questo disco.

C’è poi il country della veloce “Practice On Me” e della conclusiva ed ironica “I Don’t Trust Myself Around Jesus” (con Kenny al microfono), che nel ritornello ricorda vagamente i Violent Femmes. C’è il folk quieto di "One Foot in the Light", cantata e fischiettata, i Mamas and Papas di "Hey New Zealand", che si preoccupa del cambiamento climatico. C’è il mid-tempo di " I Don't Wanna Feel Dead", mentre in “Like a Son” si respira aria di Pixies.

Gli Exbats, insomma, con i loro coretti scanzonati, tralasciano l’attitudine più garage a favore di un jangle pop  - che, tuttavia, già traspariva nei lavori precedenti - confezionando un album orecchiabile e divertente che porterà allegria ed un raggio di sole nella vostra giornata.



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