DARK CARNIVAL The Last Great Ride - US 1997





















DARK CARNIVAL
The Last Great Ride - US 1997

1977. Detroit non brucia più. Il fuoco appiccato da MC5 e Stooges - le band più incendiarie del circondario - si è ormai estinto. La brace langue sotto la cenere. Gli Stooges sono collassati da tempo per eccesso di eroina e carenza di dollari e Ron Asheton torna a casa dopo la breve esperienza losangelina dei suoi The New Order (no, non i Joy Division orfani di Ian Curtis). Conosce la cantante dei Destroy All Monsters, Lynn Rovner alias Niagara, nome d’arte ispirato al film omonimo di Marilyn Monroe; i due diventano amanti e Ron entra nella band, ma dopo appena tre singoli pubblicati tra il ’78 ed il ’79, Asheton dà forfait e parte con i New Race di Rob Younger e Deniz Tek, ex Radio Birdman. I Destroy All Monsters pubblicheranno un album postumo nel 1991, intitolato Bored.

1990. Niagara e Asheton decidono di mettere su una nuova band con il fratello di Ron, Scott alla batteria, Cheetah Chrome dei Dead Boys alla seconda chitarra e Joe Hayden al basso. Prende vita, così, il progetto Dark Carnival, che pubblica due album registrati dal vivo, Welcome To Show Business Live (1990) e Greatest Show In Detroit (1991) - che attingono anche al repertorio degli Stooges - ed un album in studio omonimo (1991). Punk-rock oscuro e ad alta gradazione, classico Motor City Sound che prosegue la traiettoria tracciata da MC5 e Stooges, tra gli assalti sonori di Asheton ed il cantato monocorde di Niagara, incrocio ad alta concentrazione di feromoni tra PJ Harvey e Lydia Lunch.

1997. dopo vari cambi di formazione che vedono avvicendarsi intorno a Ron e Niagara, Greasy Carlisi alla chitarra, Pete Bankert al basso e L.J. Steele alla batteria, viene pubblicato The Last Great Ride, album che comprende materiale rimasto nel cassetto del Dark Carnival per anni.

Dieci brani in cui risuonano echi di Stooges, MC5, Radio Birdman, e su cui aleggia una atmosfera cupa e malsana. Brutale Punk-Blues grondante psichedelia; non quella lisergica, figlia dei sixties, ma quella allucinata dell’eroina (sebbene Ron fosse l’unico Stooge “pulito”), quella della Motor City sudicia, soffocata dai fumi delle fabbriche. Musica urbana che racconta alienazione, storie di junkie eroinomani, di postumi di sbornie, di violenze e di omicidi attraverso la voce svogliata di Niagara.

Il disagio esistenziale e metropolitano risuona nella gotica ed ossessiva “Let There Be Dark”, nelle travolgenti cavalcate di "Bloody Mary" e "Heaven Can Wait", nel wah-wah frenetico di "Cop's Eyes" che scava nelle viscere, nell'inquietante strumentale "Selvira" con tanto di tuoni ed ululati finali, nell’oscura e anfetaminica "I Died a Thousand Times", nel punk adrenalinico di "Bang" e “Good Morning, Headache”, nell’energica ballata "Memories Are For Losers". Fino alla conclusiva title track, torrido capolavoro blues psichedelico, in cui lo stregone Asheton seppellisce il Dark Carnival sotto un torrenziale diluvio di distorsioni e feedback esalati dalla sua chitarra magistrale.

The Last Great Ride è un disco per chi ama il Motor City Sound e, in generale, il Rock’n’Roll acuminato e duro come un chiodo. Un disco che testimonia il valore di questa band, ignota ai più e che - come spesso accade - non ha riscosso i meritati riconoscimenti. Ron Ashton ha dovuto attendere l’asfittica reunion degli Stooges per raggiungere una maggiore visibilità (e la conseguente maggior stabilità economica) e Niagara il decollo della sua carriera di pittrice. Certamente il successo commerciale non è mai stata una priorità per questi artisti ma esiste una verità universale, e cioè che la vita è infinitamente più facile quando puoi pagare l'affitto.

Dopo questo album i Dark Carnival abbandonano le terre conosciute per non farvi più ritorno e questa resta la loro Ultima Grande Cavalcata, come profetizzato dal titolo.

Niagara si dedicherà all’attività di pittrice, mentre Ron nel 2003 riprenderà a fare ciò che gli è sempre riuscito meglio: suonare la sua chitarra al fianco di Iggy Pop negli Stooges (redivivi), fino alla morte, che il 6 gennaio 2009 lo inviterà all’ultimo giro di valzer, nella sua casa di Ann Arbor, suburbio di Detroit, Michigan.

























(già pubblicata dallo stresso autore su debaser.it)

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