PAUL ROLAND Danse Macabre - UK 1987
PAUL ROLAND
Danse Macabre - UK 1987
Ho sempre immaginato Paul Roland - come i protagonisti delle sue canzoni - immerso nelle
proprie riflessioni tra le solenni architetture di una cattedrale gotica o mentre cammina sui bastioni deserti
di una torre in rovina, oppure arruolato con la forza su una nave di bucanieri o
ancora abbandonato sui cuscini di una fumeria d’oppio che disquisisce di poesia romantica con Lord Byron.
Inglese, classe 1959, giornalista e
scrittore oltre che musicista, nonché esperto di occultismo, Paul Roland è un
artista fuori dall’ordinario. Mi piace definirlo un Emilio Salgari britannico poiché, così come lo scrittore veronese
scriveva di luoghi esotici mai visitati e di epoche passate, Roland con le sue canzoni oltrepassa i confini
del tempo e dello spazio, trasportando l'ascoltatore in una dimensione irreale
e misteriosa ricca di riferimenti letterari e personaggi che potrebbero
aggirarsi tra le pagine di Edgar Allan
Poe, Charles Dickens, H.G. Wells o H.P. Lovecraft.
Paul Roland, autore di uno tenebroso psychedelic-folk-pop-rock tipicamente inglese e vagamente barrettiano, dopo una lunga serie di singoli ed il mini album Burnt Orchids, nel 1987 pubblica il primo LP. Danse Macabre, emblematico fin dal titolo - e dalla funerea copertina - che descrive le cupe fantasie e gli incubi dell’artista.
Paul, sulla scia di Syd
Barrett, Tim Buckley, Nick Drake, Robyn Hitchcock, è l’eccentrico cantore di
oscuri personaggi da romanzo gotico, capace di comporre canzoni ammalianti
ed ipnotiche come gli undici brani elettroacustici di questo disco che
scorrono come le immagini di un film.
La marziale “Madame
Guillotine”, il folk lisergico di “The Great Edwardian Air Raid”, il folk-punk di
“The Hanging Judge”, la romantica “Still Falls The Snow”, la giga alla Pogues di “Buccaneers”, sono espressioni
di grande personalità, ma sono soprattutto la raffinata “Matilda Mother”, cover
dei Pink Floyd siglati Barrett, e la suggestiva
“Gabrielle”, superba fusione di new wave e psichedelia, a
brillare nell’irrequieta atmosfera crepuscolare di questo album.
Danse Macabre è un disco che affascina solco dopo solco,
che - pur provvisoriamente - muta in realtà sogni ed incubi e che consente di riacquistare
quell'innocenza fanciullesca che rendeva ogni cosa possibile, castelli
infestati, navi pirata, cacciatori di streghe e vampiri. Quell’innocenza che dinanzi
ad una storia misteriosa rendeva automatica la sospensione dell’incredulità.
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