THE BOOHOOS The Sun, The Snake and The Hoo - ITALIA 1987
THE BOOHOOS
The Sun, The Snake and The Hoo - ITALIA 1987
Motor city sound, Detroit, Stooges, MC5. Ma anche la New York delle
Dolls, dei Dead Boys, degli Heartbreakers. E
invece no. Pesaro, Marche. Gennaio 1987.
Tra tutti i gruppi
italiani dediti al revival garage e psichedelico, i Boohoos furono i meno oleografici, creatori di una miscela
pericolosa ed instabile dl garage, punk, blues, psichedelia, hard e glam; eclettici artefici di un suono sporco,
tossico, corrotto, che trasuda
sudore, sangue ed altri indicibili fluidi corporei.
Alex (Alessandro Renzoni,
vocals), Fuss (Andrea Serafini,
guitar), King Robert Jones (Roberto
Russo, guitar), Adov Stone (Adamo
Sanchini, bass), Pantera (Fabio
Pantera, drums), con la partecipazione del veterano Paul Chain (Paolo Catena, keyboards, fondatore dei Death SS e del Paul Chain Violet Theatre), esordiscono
con The
Sun, The Snake And The Hoo, prodigioso ed incandescente EP. Cinque brani
compatti ed aggressivi - quattro autografi ed una cover - in cui il cantato si
eleva conturbante, su ritmi granitici e morbosi intrecci chitarristici,
amalgamati da un organo perverso che sembra prelevato dalla colonna sonora di
un B movie della Hammer.
Musica affascinante, misteriosa ma
anche rabbiosa e disperata che si traduce nella furia devastatrice di “TV Kruger” e di “Maybe Baby”, nella travolgente visceralità di “Getaway”, satura di Fuzz
e Wha-wha, nella litania diabolica di
“Freedom”, grondante sesso e
perversione.
Il baccanale
dionisiaco termina con una versione della stoogesiana “Search
And Destroy”, la più bella che abbia mai ascoltato, originale a parte; resa
in modo talmente straordinario e personale da far dimenticare che si tratta di
una cover.
The Sun, The Snake And
The Hoo è un grande disco da ascoltare ai
massimi volumi compatibili con l’udito umano ed i Boohoos - come confermeranno
nel successivo Moonshiner - non sono solo
la progenie bastarda di Stooges e New York Dolls, epigoni e meri imitatori;
sono piuttosto l’evoluzione di quel suono, i frutti amari nati dalla mala
pianta del rock’n’roll più ruvido e catartico.
Niente male per una
band all'esordio.
Niente male per una band
proveniente dalla remota provincia italiana degli anni ‘80.
Quanto eravamo giovani quando uscì questo disco
RispondiEliminaEh si... io avevo diciott'anni quando il mio amico Luca, che all'epoca era sempre "sul pezzo", mi fece sentire questo disco.
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