THE POLICE Outlandos d'Amour - UK 1978
THE POLICE
Outlandos d'Amour - UK 1978
45 anni fa,
il 2 novembre 1978, usciva Outlandos d'Amour ed entrava nella storia.
A giudicare
dalla copertina, il primo album dei Police - dato il periodo - potrebbe essere
un disco punk, con i colori desaturati e tre figuri biondissimi che a guardarli
sembrano tre virgulti della gioventù hitleriana, che poi virgulti non lo sono
per nulla considerato che Stewart Copeland è un ventisettenne che ha suonato la
batteria nei Curved Air, Sting alias Gordon Sumner da Newcastle è un
ventottenne maestro di scuola e bassista jazz ed Andy Summers, il cui vero
cognome è Somers e che sostituisce il primo chitarrista Henry Padovani, è un
trentaseienne reduce dell’epoca lisergica e freakettona dei sixties. Tre
musicisti eclettici e talentuosi che hanno poco in comune con il punk.
Outlandos
D'Amour (outlandos deriva dalla fusione di outlaws e commandos) frulla insieme,
scorie punk, reggae, new wave e schegge di rock and roll. Dieci brani, cinque sul lato A e cinque su
quello B, come si faceva una volta, ai tempi del vinile.
Non molti
dischi possono vantare la forza d’urto del trittico iniziale, rappresentato
dalla tiratissima “Next to You”, dal power-rock travolgente al profumo di
Giamaica di “So Lonely”, canzone che parla di autismo e compatimento e che da
ragazzino mi fece innamorare di questa band ed affliggere dal ballo di San Vito
(ne ricordo una versione dal vivo assolutamente devastante che credo fosse su
Live In Paris del 1980). E poi c’è il biglietto di prima classe per le
classifiche di tutto il mondo: “Roxanne”, seguita dal new wave-reggae della
meravigliosa “Hole in My Life”. Il punk rock strampalato di “Peanuts” chiude la
facciata.
Il lato B si
apre con un altro trittico fenomenale. “Can‘t Stand Losing You”, un altro
reggae bianco, stile che i Police chiameranno "reggatta" e che li
avvicina in qualche modo ai Clash di Sandinista; il punk rock melodico di
“Truth Hits Everybody” e di “Born in the 50’s”, inno generazionale urlato da
Sting prima di inabissarsi nel cabaret inconcludente di “Be My Girl-Sally” e di
riemergere dopo l’apnea per la sperimentazione giamaicana di “Masoko Tanga”.
Il basso
corposo ed avvolgente, una chitarra precisa ed essenziale, la ritmica secca e
decisa producono un suono del tutto inedito, energico e complesso allo stesso
tempo, destinato ad evolversi attraverso ognuno dei loro cinque album.
Outlandos è un disco folgorante e ricco di sfumature - certamente tra i più innovativi dell’ultimo scorcio degli anni ’70 - che apre una nuova era musicale, con tanti saluti agli sputi ed alle spille da balia dei punkers settantasettini.
I Police
sono già oltre.
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