LLOYD COLE AND THE COMMOTIONS Rattlesnakes - UK 1984




















LLOYD COLE AND THE COMMOTIONS
Rattlesnakes - UK 1984

Voce profonda da crooner, fascino da intellettuale imbronciato, ciuffo alla Elvis.

Lo scozzese Lloyd Cole arrivò con i suoi Commotions in quel lontano 1984 - quarant’anni quest’anno - in piena epoca synth pop, portando una ventata d’aria fresca con il suo rock limpido e melodico, sospeso tra fifties e sixties, venato di soul ma con il piglio esistenziale della new wave.

Pop-rock caratterizzato dal suono delle chitarre jangle in stile Byrds che, per certi versi, era vicino al suono di un’altra band britannica che debuttava in quegli stessi giorni rivelando la stessa arguzia ed ironia dei testi. Gli Smiths.

Ma al canto monocorde e tormentato di Morrissey ed alla musicalità disadorna di Marr, Rattlesnakes contrappone la voce suadente di Cole e la deliziosa chitarra di Neil Clark, ben amalgamata con i complessi arrangiamenti di cori ed archi.

Rattlesnakes si apre con la chitarra squillante ed affilata della splendida “Perfect Skin” (che 5 mesi prima era stata pubblicata come singolo, segnando il debutto discografico della band scozzese), in cui risuonano Byrds, Lou Reed, Dream Syndicate e - nel testo soprattutto - il Dylan di Subterranean Homesick Blues.

“Louise è la ragazza dalla pelle perfetta/mi dice tieni accesa la luce altrimenti non la si può vedere/ha degli zigomi che sembrano un disegno geometrico e gli occhi del peccato/ed è stata sessualmente illuminata da Cosmopolitan ”

Poi c’è il vibrato di chitarra e l’organo alla Booker T. & the M.G.'s del pop-soul di “Speedboat”, tracce di Echo & the Bunnymen nell’irresistibile galoppata della title track, la new wave affiorante tra i violini ed i sintetizzatori di “Down On Mission Street”, la languida “Forest Fire” (secondo singolo dell’album), ardente di passione in sapiente crescendo fino al bellissimo assolo di chitarra elettrica a cui fa da contrappunto la fisarmonica del jangle pop della successiva “Charlotte Street”, il delicato arpeggio acustico della disincantata “2 CV”, il country & western in versione scozzese di “Four Flights Up”, la delicatezza pop di “Patience” che ricorda i Prefab Sprout ed il folk di “Are You Ready To Be Heartbroken” che chiude il disco.

Rattlesnakes allinea dieci canzoni immacolate, concise, avvincenti. Pura melodia che si libra sulle ali dell’agile sezione d’archi arrangiata da Anne Dudley e sui riff di chitarra di Neil Clark che sfodera arpeggi cristallini e morbide trame acustiche.

Non ci sono trucchi ma solo canzoni che rivelano bellezza e fascino attraverso la produzione impeccabile di Paul Hardiman ed i testi dal sapore letterario in cui vengono citati autori come Simone de Bauvoir, Norman Mailer e Truman Capote ed in cui sfila una galleria di personaggi da romanzo breve, come Louise dalla pelle perfetta, Julie e Jim a bordo della Speedboat, Jodie che somiglia a Eva Marie Saint (l’attrice ha compiuto 100 anni il 4 di luglio ndr) in Fronte del Porto e che ha bisogno di un fucile per difendersi dai “serpenti a sonagli”.

I Commotions resteranno insieme 3 anni pubblicando altri 2 dischi e Cole continuerà ad incidere album con una certa regolarità, senza tuttavia riuscire a replicare la perfezione di Rattlesnakes e restando uno dei personaggi irrisolti del pop contemporaneo.

Alcuni mesi dopo l’uscita di Rattlesnakes, nel 1985, ascoltai per la prima volta “Perfect Skin” grazie ad un 45 giri allegato al numero 54 del Buscadero, che ancora conservo.

Quei 7 pollici di vinile nero un po’ hanno cambiato la vita a quel ragazzo che, al tempo, ascoltava quasi esclusivamente musica più vecchia di lui e che scoprì il “nuovo rock”.

 





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