HOODOO GURUS Mars Needs Guitars! - AUSTRALIA 1985
HOODOO GURUS
Mars Needs Guitars! - AUSTRALIA 1985
Mars needs guitars!
Chi poteva lanciare questo grido di allarme se non l’allegra brigata degli Hoodoo Gurus, capitanati da Dave Faulkner che, dopo l’eccellente Stoneage Romeos, nel 1985 offrono all’Australia ed al mondo una altrettanto eccezionale seconda dose del loro garage-kitsch-pop meravigliosamente distorto.
Ed il titolo dell’album non lascia molti dubbi su ciò che
troveremo tra i suoi solchi.
Marte ha bisogno di chitarre, che Faulkner utilizza come
bacchette da rabdomante per scovare riff abbaglianti nello splendido guazzabuglio di Garage-rock,
Power-pop, Cowpunk e Beat messo in scena dai Gurus.
Il mio solito compagno di liceo, specializzato in Rock’n’Roll di provenienza australiana, durante uno dei pomeriggi di studio a casa sua - passati più a discutere di musica e di ragazze che di Platone e di Perifrastica Attiva - mise sul piatto dello stereo un disco nuovo di zecca.
La
copertina ricordava un cartone animato. L’attacco del brano iniziale,
“Bittersweat”, con l’entrata in progressione del basso, delle chitarre, della
voce profonda ed evocativa, della batteria secca e precisa ed, infine, l’apertura
della melodia memorabile, mi conquistò immediatamente, risucchiandomi per
sempre nel mondo fantasmagorico degli Hoodoo Gurus.
Mars Needs Guitars
- in cui debutta il nuovo batterista Mark
Kingsmill - sfodera rockabilly psicotici come “Poison Pen” e la travolgente
“In The Wild”, il pop orecchiabile e sixties oriented di “Death Defying”, di
“Show Some Emotion” e di “Other Side Of Paradise”, il boogie tribale di “Like
Wow-Wipeout”, la quadriglia western di “Hayride To Hell”, il pulsare primitivo
e trascinante della title track e della indecifrabile “She”, perfette colonne
sonore di film di serie B.
Nel 1985, la chiamata alle armi (o meglio alle chitarre) degli
Hoodoo Gurus - a proprio agio sul pianeta rosso, come sulle altrettanto rosse
sabbie del deserto australiano - salvò Marte ed anche il pianeta Terra, dall'invasione di una certa musica plasticosa tipica degli eighties, mentre
il sole splendeva incandescente e Fobos e Deimos, i due satelliti marziani,
osservavano divertiti proseguendo la loro traiettoria orbitale.
Perché con i Gurus non ci si annoia mai.
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