STEVE WYNN Make It Right - US 2024





















STEVE WYNN
Make It Right - US 2024

La storia artistica di Steve Wynn parte da lontano, dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso e dalla nativa Santa Monica, in California, per approdare oggi, alla Roosevelt Avenue di New York, dove Steve ha stabilito la sua attuale dimora.

E non è casuale che proprio “Santa Monica” e “Roosevelt Avenue” siano i titoli di apertura e chiusura di Make It Right, album che giunge a quattordici anni dal precedente Northern Aggression e che si pone come una sorta di autobiografia musicale in cui Steve traccia una linea di congiunzione tra passato e presente, percorrendo territori inesplorati o battuti raramente e che coincide con l'uscita di I Wouldn't Say It If It Wasn't True, sua autobiografia letteraria.

Wynn, dopo quattro album con la nuova incarnazione dei suoi Dream Syndicate e varie collaborazioni, torna a dedicarsi alla carriera solista ed al suo pubblico, con cui non ha mai interrotto il rapporto grazie ai frequenti tour intrapresi in versione one man band oppure - negli ultimi tempi - con il suo amico Chris Cacavas (li abbiamo visti, il giorno di Pasqua, esibirsi con la dedizione di sempre in un pub di un paesotto in provincia, con ingresso libero, davanti ad appena una quarantina di persone).

Steve torna con un pugno di canzoni, ognuna delle quali costituisce un tassello di un percorso intimo ed esistenziale, riflettendo sul passato senza nostalgia ma mostrando orgogliosamente le proprie cicatrici.

Torna offrendoci il ritmo spezzettato e gli ottoni gioiosi di "Santa Monica", il vagabondare alla Dylan della title track e di "Simpler Than Rain" ed il groove elettronico ultraterreno, striato di distorsione di "What Were You Expecting".

Torna mostrandoci il country del 21° secolo di "You're Halfway There", il travolgente garage-funk di "Making Good On My Promises" e l’atmosfera lounge di “Cherry Avenue”.

Torna portandoci la gentile malinconia e la raffinatezza delle ballate "Then Again" e "Madly" - quest’ultima oscillante tra Lee Hazlewood e Serge Gainsburg - oppure la ripetitività caotica, newyorkese, moderna, velvettiana e rock’n’roll della lunga "Roosevelt Avenue".

Steve torna con un album eclettico e fantasioso che cresce con gli ascolti, decisamente superiore agli ultimi lavori dei Dream Syndicate e che lo conferma come uno dei migliori cantautori americani in circolazione.

Lo spirito che anima Make It Right è riassunto nelle poche righe di Steve che accompagnano il disco: "Ehi, puoi semplicemente mettere su "Make It Right" e usarlo come catalizzatore per creare la storia della tua vita, scavare nel tuo passato. Adesso appartiene a te. Lascia che racconti la tua storia mentre io racconto la mia. Stiamo tutti solo cercando di sistemare le cose."




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